L'itinerario proposto permette di raggiungere
il selvaggio anfiteatro alla base della grande parete.
Per spiegare l'origine del
toponimo "Fondo della Salsa" è sicuramente utile fare
riferimento al resoconto di viaggio di Douglas William
Freshfield - Il Gran Sasso d'Italia tratto da "The Alpine
Journal" - Londra 1878 (v. bibliografia).
Quando fa riferimento al Monte
Camicia (cfr. pag. 30, nota 24) dice: "Il monte di Castelli.
I differenti punti sono conosciuti come il Ferruccio, il
Balzo in Camiccia e la Forchetta di Siella".
["il Balzo in Camiccia", che
nel testo inglese è riportato dall'autore in italiano,
indica chiaramente la parete Nord del Camicia; pertanto è
probabile che l'attuale inspiegabile toponimo "Fondo della
Salsa", riferito alla base della parete Nord, sia stato in
origine "Fondo del Balzo" N.d.r.]
Da Castelli (497 mt) si
prosegue per Rigopiano. Dopo aver superato la Scuola d'Arte
di Ceramica si attraversano le piccole frazioni di San Rocco
e San Salvatore fino ad arrivare ad una curva a sinistra,
nei pressi di Colle Rustico, dove inizia il sentiero (+/-
770 mt).
Questo si svolge in faggeta e
raggiunge una piccola sella a quota 857 mt quindi costeggia
fino a raggiungere il torrente del Fosso Morto, che più in
basso alimenta il fiume Leomogna, ed infine risale.
Dopo aver attraversato un
altro fosso, in corrispondenza della Fonte dei Signori (995
mt), si continua su prati incontrando prima il monumento
dedicato a Piergiorgio De Paulis (alpinista aquilano caduto
durante la prima salita invernale della parete nord del
Monte Camicia) e poco più avanti il masso con la targa
sempre dedicata al De Paulis.
Dopo aver incrociato il
sentiero dei 4 Vadi si prosegue sul nevaio fino a
raggiungere il margine della conca alla base della
impressionante parete.
Il pericolo che cadano dei
sassi obbliga a non avvicinarsi troppo.
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